Recensioni


Giovanni Liotti, Benedetto Farina
Sviluppi traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione
dissociativa
Raffaello Cortina Editore,
Milano 2011, pagine 240, € 22,00

Il volume Sviluppi traumatici di Giovanni Liotti e Benedetto Farina si propone di essere una guida alla diagnosi e al trattamento dello spettro dei disturbi traumatici dello sviluppo dell’adulto, ovvero dei disturbi riconducibili allo sviluppo della personalità in contesti relazionali traumatici.
Alcuni dati epidemiologici che introducono il volume, derivati dalla recente pubblicazione su Archives of General Psychiatry del 2010 di un imponente studio epidemiologico della Harvard Medical School, danno la dimensione del problema clinico: il 30% circa delle patologie psichiche che esordiscono nella vita adulta riconoscono come fattore o cofattore causale maltrattamenti e abusi subiti nell’infanzia. A ciò fanno eco altri dati segnalati dagli autori del volume e derivati dal National Child Abuse and Neglect Data System del Dipartimento della Salute degli USA: oltre un bambino su cento nella popolazione generale degli Stati Uniti è vittima di maltrattamento e la maggior parte degli abusi e dei maltrattamenti infantili non è costituita dalle violenze fisiche o sessuali quanto piuttosto dal neglect, ovvero dalla trascuratezza emotiva grave che, essendo a volte meno evidente delle violenze, rischia di divenire un elemento anamnestico trascurato.
Le indagini cliniche ed epidemiologiche accumulate degli ultimi anni segnalano che le conseguenze psicopatologiche nella vita adulta del trauma dello sviluppo sono multiformi: possono presentarsi aggregate in quadri ben definiti come il disturbo post-traumatico da stress complesso, che molti clinici e ricercatori vorrebbero separato dall’originale PTSD con la denominazione di disturbo traumatico dello sviluppo, oppure nel disturbo di personalità borderline (nell’80% dei casi associato a maltrattamenti e abusi durante lo sviluppo) o nei disturbi dissociativi. Oppure possono manifestarsi con una specifica sintomatologia che solitamente complica altri quadri clinici peggiorandone la prognosi.
Il sottotitolo del libro, Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa, indica la tesi degli autori: le molteplici forme della psicopatologia del trauma dello sviluppo hanno un comune fondamento patogenetico costituto da processi mentali dissociativi. Tesi derivata dalle originali teorie di Pierre Janet di inizio Novecento, condivisa dalla maggioranza degli studiosi del trauma complesso e sostenuta da un numero crescente di ricerche cliniche ed epidemiologiche (tra le altre, ne è prova il fatto che l’American Journal of Psychiatry solo nel 2010 abbia dedicato a questi temi ben quattro articoli tra review e autorevoli commenti).
Con numerosi esempi clinici il volume descrive i differenti sintomi con cui i processi dissociativi possono manifestarsi: dalle alterazioni della coscienza, della memoria e dell’identità alla dissociazione somatoforme, sino alla perdita temporanea della capacità di regolare le emozioni.
Gli autori riassumono le ricerche e le riflessioni sui disturbi mentali che conseguono allo sviluppo della personalità in contesti familiari traumatizzanti e presentano una nuova teoria sul rapporto fra trauma e dissociazione, a partire dalle ricerche sull’attaccamento e dalla visione evoluzionistica della relazione interumana.
Il libro, nonostante l’ampio spazio dedicato ai dati di ricerca e alle ipotesi patogenetiche, rimane una guida clinica e si conclude con tre capitoli in cui vengono diffusamente trattati il piano generale di cura, le tecniche per il trattamento degli specifici compiti terapeutici (per esempio la gestione delle memorie traumatiche) e le indicazioni per la gestione della relazione terapeutica, per definizione problematica in questi disturbi.

Benedetto Farina