Happy birthday, Rivista di psichiatria!

Massimo Biondi, Angela Iannitelli
Dipartimento di Neurologia e Psichiatria, Sapienza Università di Roma

Rivista di psichiatria compie 50 anni. Un traguardo importante che non credevamo, solo qualche anno fa, di poter raggiungere. È nel mese di giugno del 1966, infatti, che Rivista di psichiatria viene iscritta nel Registro della Stampa. Fondata da Mario Gozzano e Gian Carlo Reda, costituisce a tutt’oggi uno dei più antichi fogli di cultura psichiatrica del nostro Paese. Nel tempo, la nostra rivista, grazie all’insegnamento di Paolo Pancheri che ne è stato per molti anni il Direttore, ha occupato spazi sempre più ampi nel panorama nazionale e internazionale, ospitando contributi da parte di ricercatori e clinici che lavorano nel campo psichiatrico e ai confini di esso.
Dopo essere stata citata da importanti banche dati, dal 2010 è citata su MEDLINE e consultabile tramite PubMed. Il suo IF è passato da 0,198 nel 2012 a 0,283 nel 2013, per arrivare a 0,728 nel 2015. Da fonte SCImago risulta che su 490 riviste di psichiatria e psicologia pubblicate nel mondo, Rivista occupava il 377° posto nel 2012, per salire al 312° posto nel 2013, con un H index nel 2014 pari a 8. Se consideriamo le 16 riviste italiane di psichiatria e psicologia citate a livello internazionale, registriamo che Rivista nel 2012 occupava il 9° posto per passare nel 2013 al 6°. Questi risultati sono stati ottenuti con un grande impegno e con una stretta collaborazione da un lato tra Redazione Scientifica e Editore e dall’altro tra Redazione Scientifica e scienziati impegnati nello studio della malattia mentale nei suoi aspetti eziopatogenetici, terapeutici e nei suoi risvolti sociali e culturali. A questo proposito, Rivista negli ultimi anni ha voluto sempre più confrontarsi con altri saperi, ponendosi nel panorama nazionale come spazio di dibattito intorno a questioni spinose che non possono non interrogare gli psichiatri di questo Paese, che sono convocati a far sentire la loro voce nelle “stanze del Palazzo”, per contribuire a costruire una cultura alta, coraggiosa, che ci allontani dall’“indifferenziato” che permea così profondamente il tessuto culturale di questo Paese. Il sapere a poco vale se non tradotto in assunzioni di decisioni e responsabilità, in prese di posizione che muovano verso il cambiamento.
Il potenziamento del Comitato Scientifico, voluto e realizzato negli ultimi anni con un respiro internazionale, ha contribuito a dare maggiore visibilità alla rivista incrementandone la diffusione.
La costruzione di una Redazione valida, con una Segreteria di preziosa e rara efficienza, che vede al suo interno soprattutto giovani psichiatri e giovani ricercatori, motivati, curiosi, intelligenti e infaticabili, ha permesso di organizzare prima e di attuare poi un sistema di peer review che oggi possiamo considerare a regime, con circa 100 revisori italiani e stranieri, che vogliamo ringraziare per la cura e competenza con cui hanno contribuito ad aumentare l’IF della rivista, consentendo la pubblicazione di circa 360 articoli negli ultimi 10 anni.
La crisi economica che ha colpito il mondo intero si è mostrata nei suoi aspetti più brutali e violenti nei riguardi della cultura. La nostra rivista non si è sottratta a questi attacchi e ha rischiato di chiudere. La scelta di far pagare agli autori un piccola quota, di molto inferiore a quella che viene richiesta da altri journal, per la copertura delle spese editoriali ha consentito di uscire da questa stagnazione. Tale scelta è stata operata per mantenere l’indipendenza della rivista e per continuare a pubblicarla in Italia. Crediamo che questa sia stata una delle maggiori sfide che abbiamo dovuto affrontare, ma anche il risultato a cui tenevamo di più. Primum vivere!
Le sfide che ci attendono, e che non vediamo l’ora di affrontare nei loro aspetti applicativi e di cambiamento, riguardano proprio i confini della Psichiatria, i borderline, i territori di scambio tra sapere psichiatrico e altri saperi. Per molti anni, la Psichiatria ha dovuto lavorare per essere riconosciuta come disciplina medica, applicando metodi organizzativi e statuari propri della Medicina. Diagnosi categoriali, previsione della risposta farmacologica, misura di comportamenti disfunzionali, costruzione e applicazione di linee-guida, costruzione di trial cinici pre-definiti fanno oggi della Psichiatria una disciplina forte, solida che può confrontarsi con gli altri saperi medici. Il prezzo pagato a questa necessaria e fondamentale costruzione è stato lo svilimento di un sapere e di una sonda conoscitiva con la perdita di quel respiro ampio, interdisciplinare, costruttivo che fanno della Psichiatria una disciplina viva, dinamica, una vera arte medica. Il lavoro che ci attende vorremmo che fosse rivolto, negli anni a venire, a costruire sempre più aree di scambio interdisciplinare non solo per ampliare spazi di pensabilità da parte degli psichiatri, ma anche per arricchire la nostra disciplina di nuove conoscenze provenienti da altre branche, scientifiche e umanistiche, che possano divenire strumenti di ampliamento del nostro sapere con il fine ultimo di interventi terapeutici e preventivi della sofferenza mentale.
Partendo da queste considerazioni e riconoscendo al nostro Dipartimento una tensione sempre aperta alla ricerca di un’espansione del costrutto psichiatrico, così come accogliendo una domanda di sapere sempre più forte da parte degli psichiatri in formazione e non solo, ci impegneremo a costruire momenti non occasionali di confronto sulle pagine di Rivista e nelle “stanze del Sapere”.
Un grazie all’Editore, che ha creduto nell’impianto scientifico della rivista sostenendola negli anni difficili, a tutti i collaboratori che hanno lavorato con noi per il raggiungimento di questi obiettivi e a quanti ci accompagneranno ancora in questo percorso. Happy birthday, Rivista di psichiatria!